Per quanto per la maggior parte dei quotidiani utenti di computer l'unico sistema operativo di cui si sospetti l'esistenza sia Microsoft Windows e forse MacOSX, questo mondo è pieno di alternative poco conosciute.
Per proseguire nel nostro viaggio avventuroso nell'informatica libera, proviamo a vedere più da vicino cosa ci offre il software libero in particolare nel settore dei sistemi operativi.
Il prodotto più noto fra questi è sicuramente GNU/Linux, ma è solo la punta dell'iceberg dell'infinita varietà disponibile. Un'altra famiglia di sistemi operativi liberi un po' meno nota è quella dei BSD e c'è perfino dell'altro in circolazione.
All'alba dell'informatica un paio di ricercatori iniziarono a sviluppare nei laboratori di una grande multinazionale delle telcomunicazioni, con un linguaggio di programmazione innovativo (il linguaggio C), un sistema operativo rivoluzionario e che avrebbe fatto la storia: Unix. Quei laboratori erano i Bell Labs e la multinazionale era la AT&T, all'epoca costantemente criticata dall'opinione pubblica per il suo stato di monopolista nel settore telefonico americano e in seguito smembrata in più compagnie.
Così bersagliata, la AT&T concesse l'uso di Unix e la possibilità di modificarlo alle università di tutto il mondo e lo sviluppo di questo sistema operativo fu favorito proprio dalle modifiche e le aggiunte apportate dalle migliori menti accademiche disponibili negli anni '70.
Con lo smembramento della monopolista AT&T nell'84, la condivisione gratuita del codice sorgente di Unix cessò e la ridimensionata AT&T iniziò la commercializzazione del sistema operativo. Nel frattempo l'Università di Berkeley sviluppò, a partire da una precedente versione di Unix, una propria derivazione libera chiamata BSD, mentre la AT&T proseguì per conto proprio lo sviluppo con codice chiuso rilasciando alla fine Unix System V.
Negli anni successivi nacquero molte derivazioni a codice chiuso, su specifica licenza di AT&T, di Unix. Fra le grandi società che fecero una propria versione ci sono IBM con AIX, Sun con SunOS/Solaris (oggi però parzialmente a sorgente aperto con OpenSolaris), Silicon Graphics con IRIX ecc...
Intanto BSD e le sue derivazioni ebbero guai legali, accusati di contenere codice Unix proprietario al proprio interno. E' in questo contesto che a partire dal '91 divenne rapidamente popolare un nuovo sistema operativo libero scritto questa volta da zero grazie all'intraprendenza dello studente finlandese Linus Torvalds, ma compatibile con gli standard e le caratteristiche salienti di Unix: Linux.
In realtà Linux è solo il cuore di un sistema operativo, ovvero un cosiddetto kernel. Tutto ciò che era necessario al funzionamento base del computer però era già pronto, sviluppato da una fondazione che si prefiggeva proprio lo scopo di creare dei cloni liberi dei software di utilità per Unix. Si tratta della Free Software Foundation (FSF), creata dal ricercatore del MIT Richard M. Stallman, che attraverso il progetto GNU (GNU is Not Unix) perseguiva già da anni questo obiettivo rilasciando programmi con licenza GPL, creata ad hoc dalla fondazione.
Alcune aziende e alcuni gruppi di sviluppatori iniziarono a distribuire Linux (anch'esso rilasciato con GPL) insieme ai programmi liberi del progetto GNU in quelle che si chiamano distribuzioni GNU/Linux. Queste, pur essendo basate per lo più su un comune gruppo di software e su kernel Linux, si sono differenziate per modalità di distribuzione e di manutenzione, modello di sviluppo, sponsorizzazione commerciale vs base comunitaria, sistema di pacchetti, programma di installazione, aggiornamento più o meno spinto dei software e così via. Oggi esistono centinaia di distribuzioni diverse di GNU/Linux, fra cui le più note sono Slackware, Debian, RedHat/Fedora, Suse, Ubuntu e così via, e contengono software di ogni genere, non più soltanto quelli del progetto GNU.
Da anni ormai anche i sistemi BSD hanno risolto le dispute legali sostituendo completamente le parti di codice di cui società commerciali rivendicavano i diritti, passati di mano più volte negli anni dalla AT&T ad altre società. Attualmente esistono molte derivazioni libere di BSD di altissima qualità. Le più diffuse sono FreeBSD, NetBSD e OpenBSD, tuttavia nessuna di queste si avvicina alla enorme popolarità ormai raggiunta da GNU/Linux.
Il mondo BSD, oltre alle differenze tecniche e nel modello di sviluppo molto meno "anarchico" e più rigidamente controllato da un ristretto gruppo di programmatori rispetto a GNU/Linux, ha anche delle differenze "filosofiche". Mentre GNU/Linux e la gran parte del software che con esso viene distribuito si basano sulla ben nota licenza GPL, i BSD si basano principalmente sull'omonima licenza che sta per Berkeley Software Distribution. Mentre la GPL obbliga chiunque a rilasciare sempre con licenza GPL eventuali software derivati e quindi a restituire alla comunità ciò che si prende da essa, la BSD non impone questa limitazione e consente di prendere un codice rilasciato con BSD per poi modificarlo e includerlo in un software proprietario senza rilasciarne il sorgente modificato. Non mancano esempi di colossi del settore che hanno attinto al codice BSD includendolo nel proprio software proprietario: Microsoft ha usato codice di FreeBSD nella parte di Windows che gestisce i protocolli per connettersi ad Internet e anche la Apple usa pesantemente per i Macintosh la tecnologia BSD nel proprio MacOSX (quest'ultimo è un vero e proprio sistema operativo di tipo Unix).
1 commento:
Ciao MIMMMOOOOO!!!
Sono pamY@...mi ricononosci?
Sono cn un mio cugino SPERTISSIMO...ke t saluta...e vuole installarmi anke lui linux sul pc....
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